Agricoltura intensiva: la prima causa della moria delle api

Il picco della moria di api si è raggiunto nel 2018, quando ha toccato il 30%, poi i casi sono scesi per due anni al 20%, risalendo nel 2021 al 25%

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Le api rappresentano, insieme agli altri insetti impollinatori, il fattori più importante per la riproduzione del 90% delle specie di piante da fiore. Tuttavia nonostante il loro ruolo centrale questi animali preziosi sono a forte rischio estinzione in gran parte per colpa dell’agricoltura intensiva. Tra gli aspetti più deleteri spiccano l’uso di pesticidi tossici e la prevalenza delle monocolture, che privano gli insetti del cibo dopo la fioritura.

Grazie alla collaborazione con una rete nazionale di apicoltori, che hanno dichiarato le loro perdite, è stata infatti studiata la mortalità di questi insetti ed è stato valutato l’indebolimento delle colonie all’inizio di ogni primavera, una volta superato il periodo invernale… I dati raccolti parlano chiaro, negli anni Novanta la mortalità media invernale registrata dall’Unaf (sindacato che rappresenta più di 20 mila apicoltori francesi) era del 5%. Negli ultimi quattro anni, Anses ha invece registrato un incremento impressionante di questo dato, che ha raggiunto il 25% nel 2021, con una crescita rispetto al 20% del 2019 e del 2020, ma una riduzione rispetto al picco del 30% registrato nel 2018, il primo anno in cui è stato effettuato il monitoraggio.

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